Limbiate ha il suo PGT: un fondamentale punto di partenza

(Limbiate, 15 ottobre 2014) – Con la delibera di approvazione del Piano di Governo del Territorio (P.G.T.) votata dal Consiglio comunale nella serata di venerdì 10 ottobre si è conclusa felicemente una lunga vicenda che ha presentato più momenti di grave criticità e che ultimamente aveva privato il Comune di Limbiate di ogni strumento di pianificazione (perché lo scorso 30 giugno – per legge – era decaduto il vecchio P.R.G. e di conseguenza tutto il territorio comunale era parificato ad un’enorme area agricola, in cui non era possibile fare nulla, se non le manutenzioni).
La passata Amministrazione guidata da Romeo nel 2011 aveva concluso il suo mandato avviando il procedimento per la redazione del PGT, ma senza nulla decidere nel merito: avvalendosi delle proroghe che la Regione Lombardia aveva, infatti, progressivamente assegnato, era stato ritenuto più opportuno operare attraverso piani attuativi (piani di lottizzazione e programma integrati di intervento) approvati in variante al vecchio PRG. “Al di là della grave responsabilità che la Giunta Romeo si era assunta nel non obbedire alla Legge Regionale – commenta l’assessore all’Urbanistica Paolo Ferrantecon questa decisione si è arrivati all’approvazione di almeno tre piani attuativi gravati da pesanti vizi di legittimità: il piano di recupero di Villa Medolago per l’in-venzione delle volumetrie sotterranee da far rivivere in superficie, il programma integrato di intervento di via Monte Sabotino per l’irresponsabile “svendita” di aree pubbliche, il piano di lottizzazione “Euronics” per lo spostamento di una strada provinciale e l’uso privato di aree di proprietà della Provincia senza una parola di autorizzazione arrivata da Monza”.
Il riavvio del procedimento per la redazione del PGT è stato uno dei primi atti della Giunta De Luca: alla raccolta delle proposte dei cittadini si è aggiunta una lunga attività di confronto nei quartieri volti a mettere in luce le criticità presenti sul territorio. Progressivamente il PGT, redatto da un gruppo di docenti del Politecnico di Milano capeggiati dal prof. Pier Luigi Paolillo, veniva alla luce e – con una stretta finale guidata dall’assessore Ferrante, insediatosi il 23 ottobre 2013 – dopo una serie progressiva di aggiustamenti della proposta progettuale, fra i quali il recepimento della proposta di ampliamento del Parco delle Groane, il 27 marzo scorso si arrivava all’adozione dell’importante documento da parte del Consiglio comunale.
Con le 277 osservazioni pervenute, si è infine proceduto ad un ulteriore affinamento del piano, con la correzione di tutti gli errori presenti e la ridefinizione più puntuale e appropriata di alcune scelte, tra cui: la previsione di un ambito di intervento relativo alla “porta nord” della città, volta a sistemare l’area circostante la grande rotatoria di via Monte Bianco e ad assicurare la conservazione del verde sull’area di via Fratelli Cairoli, la destinazione terziaria di aree a sud del Villaggio Giovi, l'ampliamento del Parco delle Groane.
“Non abbiamo certamente la presunzione di risolvere dall’oggi al domani una situazione urbanistica complessa quale è quella della città di Limbiate – continua l’assessore Ferrante - L’urbanistica non ha bacchette magiche che trasformino all’istante una realtà priva di un centro storico vissuto e riconoscibile, segnata irreversibilmente da una cementificazione impetuosa avvenuta negli anni del “boom” degli anni Sessanta, che hanno dato vita ad un’enorme periferia metropolitana, ricca sì di servizi e di spazi verdi, ma sostanzialmente priva di qualità urbana. Questo PGT è però un primo tentativo, che si è dovuto chiudere in modo accelerato, perché restare per mesi (e forse anni) senza piano e far risolvere tutto da un commissario regionale sarebbe stata una vera e propria sciagura per la collettività”.
Naturalmente soddisfatto il Sindaco De Luca, che fissa nell’approvazione del PGT un importante punto di partenza per la città. “Grazie allo strumento approvato – interviene il primo cittadino - abbiamo ora la possibilità di approfondire le scelte effettuate e di cercare di migliorarle, a partire da una disciplina del centro storico, studiando forme di incentivazione che portino i privati ad intervenire senza stravolgerne l’assetto, per arrivare a nuove regole per l’housing sociale e alla definizione di corretto equilibrio fra interessi pubblici e privati nell’attuazione degli interventi. Resta poi la grande scommessa sulla cava Ferrari, una ferita che oggi incide pesantemente sull’assetto della città, e che deve essere approfondita per arrivare ad una reale e immediata fattibilità degli interventi. Siamo consapevoli che c’è ancora molto lavoro da fare. E lo faremo”.